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martedì 28 maggio 2013

Il Parco comunale di Remanzacco.

Molti di voi avranno letto l'invito a partecipare alla camminata del 2 giugno, denominata "Storie e erbe nascoste tra San Martino e il Pascut", organizzata tra gli altri anche dalla Pro Loco di Remanzacco, dalla Polisportiva di Cerneglons, dalla Giambor e dalla Legambiente. Questa iniziativa rientra nel più ampio progetto "Riparchiamo" e proprio per questo in molti mi hanno chiesto se questa giornata sia l'inaugurazione del nuovo Parco comunale. Sfrutto allora l'occasione per scrivere oggi queste poche righe di presentazione del progetto. Come prima cosa preciso subito che il Parco comunale non è ancora stato ultimato, in quanto mancano ancora diversi passaggi istituzionali e quella di domenica sarà quindi un'attività volta a sensibilizzare e stimolare ancor di più la partecipazione al suo percorso di realizzazione, ma non di certo la sua inaugurazione.
Ma procediamo con calma... Cos'è questo "Riparchiamo"?
In poche parole si tratta di un progetto, proposto dall'assessore all'ambiente Marchese, con cui si vuole valorizzare e riprogettare quel che il nostro territorio ha di prezioso, e talvolta unico, attraverso un percorso partecipato con varie associazioni e cittadini interessati. La creazione di un Parco Comunale, legislativamente riconosciuto, permetterà inoltre di pubblicizzarlo in maniera unitaria e più funzionale tramite un apposito logo ancora da definire. Ma nello specifico a cosa porterà?
Nello specifico gli obiettivi che i vari incontri hanno posto in evidenza, grazie anche alla preziosa collaborazione di due professioniste come Arianna Spada e Antonella Stravisi, sono:
- La diversificazione delle colture nell'area del parco.
Per questo sarà ovviamente necessario accordarsi direttamente con i coltivatori facendo leva, oltre che sul loro interesse all'ambiente circostante, anche su degli incentivi economici a favore di coltivazioni autoctone e diversificate.
- Il miglioramento delle superfici a prato.
Che siano piccoli appezzamenti o grandi distese come il campo di Marte, la valorizzazione dei prati può avere un valore naturalistico molto alto, basti pensare agli uccelli che attuano la nidificazione a terra.
- Il recupero delle zone umide.
Le zone umide sono carenti e gli animali che vivono nel parco, in particolare gli anfibi, ne risentono. Ad esempio lo Smeraldino, che è una specie di rana tutelata, ne ha forte bisogno. Alla domanda se di conseguenza aumenteranno anche le zanzare, la risposta dataci dagli esperti è che non ci dovrebbero essere grandi problemi se è presente un equilibrio faunistico. Attraverso un procedimento di impermeabilizzazione naturale del terreno sarà possibile ricreare delle piccole zone umide a vantaggio degli animaletti, del paesaggio ma anche dei cacciatori che nei vari incontri pubblici ne hanno fatto richiesta.
- Ricalibrare il roiello di Cerneglons.
Una volta questo roiello, passando attraverso il campo di marte, arrivava fino al Torre.
- Migliorare le superfici boscate presenti.
La volontà è di favorire le piante autoctone a svantaggio di quelle alloctone che spesso danneggiano l'ambiente circostante.
- Agevolare e stimolare la fruizione del parco.
Oltre a un ripristino ambientale dei vari percorsi, si cercherà di avvicinare più persone possibili alle realtà paesaggistiche e naturali del nostro territorio che spesso restano sconosciute ai più, migliorando la segnaletica, anche con dei pannelli che descrivano quel che si ha davanti.e creando nuovi percorsi pedonali e ciclabili o ripristinando quelli già presenti. Agli incontri a cui ho partecipato si era parlato anche della possibilità di creare dei percorsi per il passaggio con i cavalli. L'intenzione è di valorizzare sia le bellezze naturalistiche che quelle storiche. Tra le zone di maggior interesse storico ricordo il sito degli scavi archeologici, in cui sono stati trovati resti longobardi, e il manufatto della Roggia cividina.
- Il ripristino della rete ecologica.
La rete ecologica consiste in una serie di percorsi e passaggi utilizzati dagli animali per i loro spostamenti terrestri che con gli anni sono andati perduti. Per ripristinarli basterebbero dei piccoli boschetti o delle piccole siepi. Per esempio la zona tra il Torre e la Roggia cividina risulta particolarmente ostica al passaggio degli animali.

Questi punti derivano dalle discussioni avvenute nel corso dei quattro incontri aperti alla popolazione cominciati nell'ottobre dello scorso anno e conclusisi a gennaio. Oltre a rendere il progetto partecipato e condiviso, l'intenzione era di coinvolgere anche le associazioni del territorio interessate così da poter dar loro in affidamento piccole zone del parco da gestire e curare.
Detto questo possiamo passare alla fase più dolente... La questione del finanziamento!
L'iter del progetto non è particolarmente lungo, infatti in autunno dovrebbe essere discusso e approvato dal Consiglio comunale  per poter poi passare alla regione. Il capitolo regionale in questione è attualmente senza portafoglio ma non è detto che con il cambio della maggioranza avvenuta qualche mese fa l'interesse per la tematica ambientale non aumenti.
Nel frattempo è cominciata una stretta collaborazione con il comune di Faedis volta a collegare i due rispettivi parchi comunali, per poter così iniziare a formare quel parco inter-comunale che costituiva l'ambiziosa intenzione originale.

In fondo al post ho pubblicato la cartina del comune con in verde la proposta di percorso del parco. Segnalo infine il sito http://www.2as4nature.com/index.html in cui si possono trovare informazioni più dettagliate.

Le prossime iniziative in calendario sono la partecipazione a Puliamo il mondo a settembre e un'altra camminata storico naturalistica alla scoperta/riscoperta della Roggia cividina.

A mio parere si tratta di un'iniziativa molto interessante che permette di dare una visione di insieme a tutte quelle aree e percorsi che nel corso degli anni sono state sviluppate come il Troi des Canais, la Busate, i Vot Anei, il Troi de Maline, la Via dei Mulini e molti altri. La ricchezza paesaggistica e naturale del nostro territorio è  troppo spesso dimenticata e trascurata. Dovremmo invece renderci conto che abbiamo delle bellissime opportunità proprio dietro casa nostra!





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